Linea di Ricerca 2 – Mobilità, trasporti e flussi pendolari

L’organizzazione delle attività universitarie detta e regola i tempi con cui la città viene vissuta nella sua completezza o per parti, così come quantità e qualità dei flussi ci permettono di rilevare. Negli anni 1977-2007 l’Università di Padova si è trasformata da università di massa con vocazione nazionale in università metropolitana, pendolare, interstiziale, con studenti “a basso costo” non residenti, con un aumento drastico nella composizione studentesca della percentuale degli studenti pendolari giornalieri, provenienti dalle periferie e dall’area metropolitana PA-TRE-VE e, contemporaneamente, una diminuzione degli studenti residenti e di quelli provenienti extraregione.

Questo fenomeno tuttora in atto, ha inevitabilmente portato a percepire l’Università, in riferimento alla sua popolazione studentesca, come un corpo estraneo, in conflitto e in competizione con i cittadini residenti nell’uso degli spazi, dei servizi e, soprattutto, dei mezzi di trasporto. I costi di un’università pendolare sono così ricaduti sulla cittadinanza.

I flussi pendolari, con i loro orari e i loro percorsi, incidono significativamente sui caratteri della domanda e dell’offerta di trasporto pubblico, determinando l’organizzazione del sistema di mobilità nell’area metropolitana. Per la dimensione dei flussi provocati tra i principali hub modali e intermodali della città e le sedi universitarie (estremamente sensibili alle politiche dell’ateneo per la localizzazione o ri-localizzazione delle sue sedi) diventa decisiva l’esplorazione del fenomeno e delle politiche di concertazione tra le diverse istituzioni per il miglioramento dell’offerta del trasporto pubblico in riferimento alla promozione di forme di mobilità sostenibile e di utilizzo del territorio in maniera non competitiva e conflittuale.

L’università come uno dei principali generatori di flussi di traffico, può essere anche il principale promotore di forme di mobilità alternativa a minore impatto ambientale, ma soprattutto di minor congestione. È inoltre necessario capire come l’università della recente crisi (2008-2017) sia cambiata nella sua composizione studentesca e nel suo rapporto con la città, fra stanzialità e pendolarismo. Lo strumento principe, cardine per lo studio della mobilità del territorio degli studenti delle università interessate, per la realizzazione di mappe che visualizzassero di anno in anno lo spostamento degli studenti sul territorio, dal proprio comune di residenza verso la propria sede universitaria, sarà rappresentato dalla tecnologia GIS (Geographic Information System- ESRI-Arcview).

I GIS verranno utilizzati per monitorare nel tempo, l’evoluzione delle iscrizioni degli studenti in relazione ai territori/comuni di provenienza, ma anche per monitorare i diversi tipi di turismo in relazione alla rete di trasporti e alla mobilità (turismo culturale, religioso, sanitario, fieristico); per studiare l’evoluzione negli anni della mobilità sul territorio comunale degli studenti (e di altri pendolari, city users); il raggio di azione e il bacino d’utenza dell’Università.