Linea di Ricerca 7 – CITTA' SENZA UNIVERSITA' / UNIVERISTA' SENZA CITTA': abitare la città universitaria dopo l'emergenza COVID19 (Progetto SID-BIRD 2020 – Dipartimento SPGI)
In una prospettiva di necessaria distinzione tra un “prima” e un “dopo” l’epidemia Covid19 che ha cambiato caratteri e modalità delle relazioni sociali e delle pratiche di uso e consumo dello spazio pubblico e privato, la ricerca si focalizza su come siano cambiate/stiano cambiando le relazioni e le pratiche in una “città universitaria”. Se da un lato la letteratura interdisciplinare sulla struttura spaziale, sociale ed economica delle “città-campus” segnala le particolari influenze che l’Università esercita sull’organizzazione urbana, nonché il ruolo che il valore della forma urbana, la dotazione e l’efficienza dei servizi, la capacità di accoglienza e integrazione sociale esercitano sulle qualità complessive delle istituzioni accademiche, dall’altro la pandemia ha imposto una vigorosa riflessione sulla necessità di prevedere cambiamenti nelle forme tradizionali e consolidate dell’offerta didattica, dello sviluppo della ricerca e soprattutto dell’organizzazione complessiva degli spazi dentro e fuori gli Atenei.
Padova, con un numero davvero significativo di studenti fuori sede (circa 60.000) – in parte “residenti temporanei” in parte pendolari – rappresenta un ottimo campo di osservazione delle trasformazioni che si produrranno nel breve periodo sulle modalità di vivere e usare lo spazio universitario e lo spazio urbano da parte degli studenti e sulle forme di accoglienza/ospitalità di questi particolari city user, che svolgono una funzione determinante (non sempre riconosciuta) nelle dinamiche di sviluppo di una città. Nella “città-campus” o piuttosto nella “città+campus” (definizione che si basa proprio sulla forza e sulla qualità dell’integrazione tra le due organizzazioni), la ricerca si concentrerà sulla definizione di alcuni “quadri” di riferimento in base ai quali valutare la formazione di uno scenario di futuro sviluppo dell’organizzazione universitaria:
- il “campo di azione” dell’università così come è andato delineandosi nel periodo di massima pandemia e di più rigoroso lock-down, attraverso il ricorso necessario alla didattica a distanza, cercando di comprenderne la dilatazione dei confini dell’università e della “città universitaria” attraverso le connessioni digitali (quanto si sono estesi nello spazio i confini? gli studenti e i docenti dov’erano fisicamente? quanto spazio ha abbracciato l’università fuori dalla sua città?).
- In un’ipotesi di università “digitalizzata” e “virtualizzata”, cosa ne sarà della città universitaria in uno scenario “senza” gli studenti? Come cambierà la città sul piano della domanda/offerta abitativa? Cosa si determinerà nel campo dei flussi degli spostamenti da e per la città e dentro la città? Cosa succederà nei luoghi urbani vissuti dagli studenti? E nel lungo periodo: come le università e le città dovranno riadattarsi alla nuova condizione? Quali saranno i nuovi spazi in cui si espanderà una e/o si ritrarrà l’altra e vice-versa? Quali gli spazi in cui l’interazione sarà visibile e produttiva di nuove idee e soluzioni tra le due istituzioni per il benessere degli abitanti – temporanei e meno temporanei- della città?
La vera innovazione del progetto consiste nella metodologia proposta. Il gruppo di ricerca, che combina l’approccio politologico e l’approccio urbanistico in una dimensione storica, permetterà infatti l’uso combinato di tecniche di elaborazione di scenari con la costruzione di mappe su cui potranno essere “proiettati” i dati raccolti, anche attraverso questionari strutturati rivolti agli studenti, intrecciando le mappe data-driven prodotte in GIS con le “mappe di comunità”, espressione della ricerca etnografica e della ricerca sul campo. Per gli scenari si utilizzerà l’analisi SWOT partecipata (su piattaforma MOSAIC) anche per riassumere le strategie condivise dagli attori coinvolti nel percorso di ricerca.
La durata biennale del progetto (2021-2022) consentirà di presentare i risultati della ricerca in occasione dell’anniversario degli 800 anni dell’Ateneo. In un’ottica di apertura della ricerca al confronto con altre città universitarie europee con una struttura e una storia simile a quella di Padova, la comparazione con il caso della città universitaria di Coimbra appare molto interessante e certamente foriera di nuove piste di ricerca, sostenibili anche oltre questo progetto in un’ottica di rete, già consolidata tra i due atenei (Coimbra group).
Gruppo di lavoro: Patrizia Messina, Lorenza Perini, Michelangelo Savino, Giovanni Allegretti, Francesco Carbone, Daniele Codato, Julia Di Campo, Dario Lucchesi.